venerdì 8 ottobre 2010



Numero sei
L'anno più difficile.

La scuola ha ripreso il suo lavoro, profondamente colpita da un governo che la vede nemica e la vuole povera e marginale.
Scuola nemica è quella delle migliaia di insegnanti, si è convenuto di chiamarli precari, con esperienza e valore, allontanati, con uno dei più vasti licenziamenti di massa della storia d'Italia, senza una valutazione, senza un criterio, senza un diritto, solo in forza della temporaneità del loro contratto.
Scuola amica è quella di Adro, con i marchi di partito, li dicono "di popolo", ovunque, imposti ai bambini, ed i nomi degli sponsors bene in vista, perchè sia chiaro che l'edificio, i banchi, il sapere sono, non del territorio, ma di chi in quel territorio comanda.
La "scuola", l'Università, nemica è quella dei ricercatori senza futuro che non si rassegnano al mutismo ed hanno la forza di chiedere non solo che ci si fermi ma che l'Italia cambi strada, cerchi un nuovo sviluppo.
La "scuola", l' Università, amica è quella che laurea figli e figlie delle maschere più potenti, promettendo loro cattedre subitanee, senza vergogna, con la fierezza di sè di chi confida nella forza dei denari pubblici ricevuti e della fedeltà privata dimostrata.
L'immagine con cui apriamo il numero esprime, con la sua frase, un pensiero diffuso, un senso di stanchezza a reggere una prova così ardua, una sfida continua ai principi ed alla vita concreta di una istituzione, la scuola, il cui benessere dovrebbe stare a cuore a tutti.
Non mancano però segni di resistenza importanti ed anche di ripresa di proposte alternative.
In molte piazze d'Italia sono tornati gli studenti, unendo il paese da Sud a Nord, mentre le uniche parole che i media veicolano sono sfiducia e divisione.
Il Partito Democratico, certo incalzato dagli eventi, ma anche con una direzione politica più consapevole, ha riaperto il fronte, finalmente, con parole chiare, per la scuola pubblica.
"Riforma" crede in questi fermenti e mette a disposizione il suo lavoro, che prosegue, sui contenuti, fra storia e futuro, con i saggi teorici di ampio spettro proposti da Franco Frabboni ed Andrea Canevaro, e i contributi di Piero Ignazi, in dialogo con Davide Ferrari, Manuela Gallerani, Maurizio Matteuzzi e Rita Casadei.
Nelle rubriche si aprono due nuovi blog, con le "Lettere a noi e agli altri", la prima è di Corrado Ziglio, e i corsivi di "Red Rom". Rosanna Facchini e Corrado Sacchi scrivono di esperienze dell'Emilia-Romagna sui temi cruciali della mediazione interculturale e dell'educazione ambientale. Giuliana Santarelli prosegue il suo viaggio nelle esperienze di buon insegnamento e Loris Borghi il suo dizionario critico delle riviste e dei siti web sulla scuola. Adriana Querzè interviene, in una impegnata intervista di Battista Quinto Borghi, sul tema importantissimo dei nidi e dell'infanzia.Infine sull'argomento di maggiore attualità, la nuova legislazione dell'università, proposta da Gelmini e alle prese con i fondi negati da Tremonti e le proteste dei ricercatori e della parte più avvertita dei docenti e degli studenti, Bijoy Trentin ed Emanuela De Luca intervistano Antonio Genovese, e altri protagonisti e testimoni.

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Intervista a Piero Ignazi
Direttore della rivista "il Mulino"


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Due sfide epocali
Franco Frabboni


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Ragionare per frammenti
Andrea Canevaro


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Le competenze sottese alla comprensione dei testi
Manuela Gallerani


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Per una scuola europea
Maurizio Matteuzzi


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Cosa succede nella scuola degli altri?
Il modello scolastico giapponese
Rita Casadei

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